Cesano di Roma

VIII. La Casa padronale Chigi

VIII. La Casa padronale Chigi

VIII. La Casa padronale Chigi
settembre 12
01:46 2014

L’unica fabbrica cesanese in cui è riconoscibile un concreto intervento chigiano è la cosiddetta «Casa padronale», ubicata all’ingresso di Borgo nonché affacciata sulla principale direttrice viaria del centro storico, con ingresso principale nei pressi della chiesa medievale di San Nicola.

La casa è, in realtà, un insieme di costruzioni di varie epoche, stratificate e aggregate tra loro nel corso dei secoli. La sua origine è molto antica, come testimoniano i cunicoli, verosimilmente etruschi, su cui poggia, nonché i reperti romani forse ritrovati in loco e murati nel cortile interno; tuttavia le sue mura coincidono, almeno in parte, con il perimetro del castrum Cesani di epoca medievale, mentre l’articolato impianto planimetrico della magione rivela una matrice seicentesca (chigiana dunque), con consistenti rimaneggiamenti successivi. Quest’ultimi, sono senz’altro riconducibili all’iniziativa di alcune di quelle famiglie (Narducci, Valdambrini, Franceschi), i cui membri – fattori, conduttori, locatari – si avvicendarono, in nome della stirpe de Chisiis, nell’amministrazione e nella cura del possedimento agricolo di Cesano (alcune delle loro sepolture si trovano all’interno della locale Chiesa di S. Giovanni Battista).

Per la sua posizione dominante verso nord, lo stabile ha probabilmente rivestito il ruolo di vedetta sul territorio circostante, ed ha ottemperato, nel tempo, alla funzione di residenza del signore del momento e di sede del fattore per l’amministrazione dell’azienda agricola contigua.

Organismo autonomo e autosufficiente, comprende, allo stato attuale, oltre agli ambienti abitativi (due cucine, diversi alloggi, un salone di rappresentanza, una sala da pranzo, una cappella privata), anche numerosi locali più direttamente connessi con la conduzione di una tenuta rurale (un giardino, un orto, una scuderia con annesso fienile e maneggio, un frantoio, una cisterna per l’acqua, cantine con botti per il vino, ampi magazzini e un forno per la cottura del pane).

Tra gli elementi architettonici ed esornativi più significativi del caseggiato, si segnalano i decori a stucco ottocenteschi localizzati – in bella mostra – nella zona sottostante il cornicione della facciata, che comprendono l’arma araldica gigliata dei Silj, casato di nobiltà recente, già fittavolo e poi proprietario delle mura. Riferibile, invece, alla nobile famiglia oriunda di Siena è lo stemma qua e là presente del leone rampante, con o senza stella a otto punte in relazione a tre «cime del monte», che un’ipotesi recente interpreta come una «variante locale» del blasone composito Chigi della Ciaja.

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