Cesano di Roma

VI. Casale Sili: una villa imperiale a Cesano

VI. Casale Sili: una villa imperiale a Cesano

VI. Casale Sili: una villa imperiale a Cesano
settembre 12
01:50 2014

Impropriamente detta “di Baccano”, la più importante villa romana del territorio cesanese era ubicata presso il XVI miglio della via Cassia, alla sommità di un poggio presso l’imbocco meridionale del cratere di Baccano, non molto lontano dall’odierno Casale Sili. Di essa si conosce la proprietà, attribuibile alla famiglia imperiale dei Septimii, sulla base di un’iscrizione su una conduttura in piombo, che riporta il nome di Settimio Geta, fratello dell’imperatore Settimio Severo (193-211 d.C.).

Dalla sontuosa e articolata dimora, dissotterrata negli anni 1869-1870, sono stati asportati mosaici policromi oggi esposti al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, e riferibili a tre distinti ambienti. Da uno di questi, situato nella zona privata della villa, proviene un grande pavimento musivo a soggetto marino che presenta al centro la maschera di Oceano circondata da un corteo di animali marini e con agli angoli delfini guizzanti e pesci. Si tratta di un motivo decorativo molto diffuso in ambenti termali di epoca antonina e severiana (II-III secolo d.C.), anche se pochi riescono a competere con la ricercatezza cromatica del pavimento tessellatum cesanese.

Da un cubicolo del piano superiore della villa proviene un secondo mosaico, del quale si conservano solo quattro quadretti (emblemata) raffiguranti gli aurighi delle quattro fazioni del Circo. Su ciascun emblema è rappresentato l’auriga, vestito della tunica quadrigaria nei colori della rispettiva fazione (verde per la prasina, rosso per la russata, bianco per la albata e azzurro per la veneta) che trattiene per le redini il proprio cavallo (morello per la fazione prasina, baio per la russata, roano per la albata e sauro per la veneta). Gli emblemata policromi sono stati realizzati con la tecnica dell’opus vermiculatum, ovvero utilizzando sapientemente minutissime tessere di pietre e marmi policromi.

Se il tema dei giochi circensi è molto comune nelle pavimentazioni romane del III e del IV secolo d.C., è da rilevare che gli aurighi della villa di Cesano, per i delicati passaggi cromatici e l’intensa espressività delle figure, si pongono tra le più alte manifestazioni della produzione artistica di officine musive romane. Il pavimento, per valutazioni di carattere storico e per motivi stilistici, sembra inquadrabile in età severiana (193-235 d.C.).

Il terzo e più complesso fra i pavimenti della villa è un grande cassettonato ricomposto da vari elementi superstiti: incorniciato da una ricca balza con meandro intersecato a lacunari prospettici, presenta lo schema del cassettonato scompartito da una treccia a due capi, in cui si inseriscono emblemata con scene figurate di soggetto assai vario.

Dei “trentadue scomparti” ricordati nella relazione di scavo, sono stati rintracciati solo venti emblemata: sono presenti alcuni soggetti o gruppi mitologici, quali le Muse, le Stagioni, di cui è conservata solo la Primavera, gli amori di Giove (Leda e Ganimede) e la punizione di Marsia alla presenza di Apollo. Nel composito pavimento non mancano inoltre soggetti marini: amorini su capro marino, toro marino e pesci che stilisticamente sembrano inquadrabili in epoca adrianeo-antonina (117-92 d.C.) e le scene di contese, in cui l’intelligenza prevale sulla ferinità: Ulisse e Polifemo, Eros e Pan. Il pavimento a cassettonato di Cesano può essere quindi considerato una composizione di età severiana che ha reimpiegato emblemata policromi di epoche e botteghe diverse, attive tra la metà del I e la fine del II secolo d.C.

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