Cesano di Roma

Scritti su Cesano

Scritti su Cesano

Scritti su Cesano
novembre 27
17:49 2007

Gegia, una suora scatenata

di Ylenia Mocci

Schietta, simpatica e alla mano. Questa è la prima impressione che ho avuto di Francesca Antonaci, in arte Gegia, quando, lo scorso 10 luglio, vagava con un sorriso sornione stampato in faccia per il piazzale adiacente alla Chiesa di San Sebastiano di Cesano. Coperta solo da un accappatoio di un rosso vivace che risaltava il biondo ramato dei suoi capelli raccolti in uno chignon, appariva eccitata all’idea di cominciare e a suo agio tra gli sguardi critici del pubblico.

Cesano è stata la prima tappa della tournée condotta assieme agli altri attori dello spettacolo in giro per i teatri d’Italia, con la nuova commedia musicale scritta di sua mano: “Suore Scatenate”. Si sono già esibiti a Roma all’Anfiteatro “Quercia del Tasso” e riprenderanno in autunno al Teatro Rossini.

Era giunto il momento di provare e, a differenza degli altri attori, Gegia, forse per la sua maggiore esperienza, non se ne curava per niente e continuava a dire: ”Inutile ripetere, tanto ormai quello che sai sai, e poi non si può, il pubblico è già arrivato”. Le 21 si avvicinavano e io chiesi il permesso di poterla intervistare. Fui presto accontentata e pochi minuti dopo mi ritrovai vicino ai camerini ad aspettarla. Mi armai di macchinetta fotografica digitale, biro, block notes e un po’ di coraggio. Eccola, mi accoglie con un sorriso e le braccia protese in avanti quasi volesse abbracciarmi, mi porge la mano e si presenta, mi chiede il nome e io rispondo con un tono di voce quasi incomprensibile per qualunque essere umano, ma lei finge di capire. E anch’io in quel momento mi sento attrice perché faccio un respiro profondo e fingo di non essere imbarazzata. Mi fa accomodare accanto a lei e con gran gentilezza mi presenta gli altri attori. Studio ogni gesto e subito il suo modo di essere fa svanire il rossore delle mie gote: sembra che mi conosca da una vita.

Che genere di spettacolo è quello a cui stiamo per assistere?

Beh, ora lo vedrai. Comunque si tratta di una commedia scritta da me che nasce dalla mia grande passione per Whoopi Goldberg, l’attrice di colore, protagonista di Sister Act, nel quale interpreta una suora molto particolare. La mia commedia ha però una trama ben diversa.”

Sei attrice comica e psicologa, giusto?

Sì, ho una laurea in lettere e psicologia e ho recitato e lavorato con Nino Manfredi, Massimo Ranieri, Bud Spencer, Alberto Sordi. Sono state esperienze indimenticabili, una più bella dell’altra.”

Ora hai anche scritto un libro che hai chiamato ”Brutti, sporchi e cattivi: i maschi” nel quale li dividi, i maschi, in categorie e sottocategorie.

Sì. Con le palle, senza…” (ride di gusto nel ripensare al suo libro)

Le brevi storie che racconti nel libro sono frutto della tua fantasia o sono accadute realmente?

Quello che racconto è tutto vero ed è una sorta di diario che deriva dalla disperazione, dalle mie serate di sfogo e di pianto (dalla sua voce traspare la sofferenza dei tempi passati…). Un giorno l’ho riletto e ho deciso di pubblicarlo”.

Da cosa deriva tutta quest’avversione verso gli uomini?

Eh sapessi… Deriva dalle mie esperienze. Ce l’ho con loro perché gli uomini sono egoisti, bugiardi, ipocriti, cattivi, insensibili, prepotenti, arroganti, ma non sono femminista eh! È solo che gli uomini mi hanno massacrato, mi hanno distrutto la vita, mi hanno prosciugato. Ma non smetto di amarli perché sono come una droga: quando inizi entri in un circolo vizioso e non riesci più a smettere”.

Per chi fosse interessato dove può acquistare il tuo libro?

Durante i miei spettacoli e su www.unilibro.it al prezzo di 9 euro.”

Ora stai lavorando a qualche progetto?

A parte questo spettacolo, Suore Scatenate, che farò fino allo sfinimento, per sempre, perché ne sono davvero orgogliosa, ho creato una scuola di comici che dirigo io e ho in programma alcune fiction.”

Lo spettacolo deve cominciare, quindi ringrazio Gegia per la sua disponibilità e mi allontano, mi dirigo verso il mio posto in prima fila e mi godo il divertente, critico ma anche didascalico spettacolo.

Dalle parole di Gegia mi torna in mente Mia Martini, quando anni fa nella sua canzone “Gli uomini non cambiano” cantava: “Gli uomini non cambiano, prima parlano d’amore poi ti lasciano da sola”.

A quanto pare l’attrice non ha molta fiducia nel sesso opposto e questo è messo ancora più in evidenza dal suo spettacolo nel quale interpreta una donna che si rifugia in un convento, luogo sicuro che con gli uomini non ha nulla a che vedere.

Da Il Socrate n. 9 settembre 2007

Yoga

L’antica disciplina indiana

di Chandra Lucia Perazzolo

Le definizioni che possiamo dare dello Yoga sono molte ma rischiamo di relegare questa antica e nobile disciplina ad una formula statica mentre la sua particolarità è proprio quella di sfuggire ad ogni costrizione.

Il significato della parola sanscrita Yoga è unire, intendendo questa unione come una sintonizzazione in se stessi; la percezione della propria vera natura formata non solo dal corpo ma anche dalla mente e dallo Spirito.

Viene considerata una scienza poiché i saggi dell’antica India la praticarono da tempi non databili, sperimentandone gli effetti per poi, solamente (!) negli ultimi 3.000 anni, cominciare a riportare queste esperienze in testi scritti. Queste gemme di saggezza hanno spesso un linguaggio oscuro e poco decifrabile in quanto la tradizione vuole che l’insegnamento dello Yoga venga impartito da un Guru, cioè “da colui che porta dall’oscurità alla luce”, un Maestro che abbia già sperimentato le tecniche e abbracciato uno stile di vita totalmente dedicato a questa disciplina.

Chi si avvicina allo Yoga per la prima volta si troverà davanti a varie proposte di scuole che presentano tipi di Yoga differenti nei nomi e nei contenuti. Questo avviene per far aderire la disciplina ad ogni personalità: io credo che lo Yoga andrebbe mostrato in tutti i suoi aspetti per non creare squilibri. Occorre anche tenere presente che lo Yoga cambia con i cambiamenti di chi lo pratica e viceversa; le stesse sequenze assumono significati differenti a seconda del nostro stato d’animo o delle vere e proprie modifiche che nel corso della pratica avvengono.

I Maestri consigliano di sentire ogni reazione che il corpo e la mente ci trasmettono durante la pratica in quanto è proprio questa esperienza che ci permette di conoscerci profondamente. È infatti la conoscenza di se stessi il punto focale della disciplina poiché questa ci consente di ristabilire la nostra centralità, ossia rimanere nell’osservazione della nostra personalità per comprendere a fondo i bisogni, le paure, i necessari cambiamenti ed i difetti che ci tengono legati… Siamo ogni giorno portati verso l’esterno, verso il mondo dei sensi, del consumo, dei desideri. Questo ci allontana da noi stessi e la nostra mente ne risente trasmettendo disagio al corpo. Il risultato più evidente è nello stato continuo di tensione, stanchezza, stress, che a lungo andare portano a malattie fisiche o alla oramai temutissima depressione.

Lo Yoga ci può aiutare a ristabilire le priorità nella nostra vita. Ci rafforza e ci prepara alle sfide che quotidianamente siamo chiamati ad affrontare.

Si pratica lo Yoga per svariati motivi anche perché, prima di cominciare, difficilmente se ne conoscono a fondo tutte le qualità: si pratica per moda, per sentito dire, per dimagrire, per acquistare tonicità nei muscoli; lo Yoga è generoso e si può praticare a tanti livelli anche solo per sciogliere le articolazioni ma sarebbe un peccato ignorare il suo messaggio globale, senza tempo e sempre attuale tanto da meritare la curiosa definizione di “fossile vivente”.

Si lavora su se stessi escludendo, apparentemente, gli altri dalla nostra esperienza, il che può sembrare individualista, ma questo è un errore! Tutti i sinceri praticanti di Yoga hanno riscontrato un cambiamento notevole nei propri rapporti con gli altri. Quella armonia che si genera nei momenti di pratica viene portata nelle famiglie, negli uffici, nella vita di tutti i giorni. I nostri occhi si fanno più luminosi e chi ci frequenta percepisce questo cambiamento accogliendolo con entusiasmo perché, ricordiamolo sempre, il sorriso, la leggerezza, l’armonia sono sempre ben accetti ovunque. E poi praticare insieme agli altri un corso Yoga è molto bello. Quel senso di separazione dagli altri che è anche un frutto della nostra educazione individualista viene a cadere e si stabilisce una energia vibrante di empatia. Ed infatti nelle antiche scuole di Yoga indiane, al termine della lezione, si canta un verso delle scritture in sanscrito nel quale si offre a tutti gli esseri viventi l’energia e l’armonia che si sono create durante la pratica insieme ai nostri compagni: Loka, Samasta, Sukinho, Bhavantu!

Da Il Socrate n. 9 settembre 2007

Manca lo strillone a Cesano

di Don Chisciotte

Ebbene sì, Borgomusica esiste! In verità esiste da vent’anni. Ecco la prova: nella sala Convegno dell’Associazione Nazionale del Fante Sezione di Cesano, domenica 20 maggio si è tenuto l’ultimo concerto della Stagione Musicale 2006/07 che ogni mese ha organizzato Borgomusica. Un bel concerto del Trio Arvamus che ha interpretato opere di Khatchaturjan, Milhaud, Stravinsky e Rota. I brani del nostro Rota, resi famosi nei 35 mm del genio Fellini hanno fatto molto impatto tra il pubblico che ha amato I Pagliacci, Amarcord, La dolce vita e 8 ½. Dopo il concerto si è data vita ad un simpatico incontro tra pubblico, organizzatori e interpreti con un completo buffet con il meglio delle cucine e dei vini di Cesano.

Borgomusica esiste, è vero, ma il dubbio è sorto a chi cerca di raccogliere informazioni degli eventi di Cesano ed in concreto del Borgo dove tempo fa ho cercato la sede, qualche riferimento; invece, nessun riscontro interpellando i residenti del posto. Ma il punto non è se Borgomusica è al Borgo o presso l’Associazione del Fante o altrove. Il fatto è che a Cesano le informazioni sulla cultura non circolano… e questo è un vero guaio. Di una interessante conferenza sulla Via Francigena tenutasi qualche mese fa all’Arciborgo (anche questo ahimè traslocato a Scalo), dal pubblico presente si capiva che la diffusione della notizia non era stata capillare. Della festa che i più piccoli il 21 aprile scorso hanno fatto al Borgo, per il progetto Adotta un monumento, ne sapevano molto in pochi, in pratica i genitori. Della prima della Compagnia Teatrale I Giovani di ieri, del Centro Anziani idem, sebbene i posti a sedere fossero tutti occupatissimi. Dell’inaugurazione della piazza a Scalo molti di meno. Dei concerti all’Agraria ne siamo un po’ più informati, se non altro per le prove dei giorni precedenti che si sentono da parecchia distanza, annunciando l’arrivo dell’evento il che premia la partecipazione; per la Festa in onore della Madonna di fine maggio, Don Luigi ha fatto affiggere dei grandi cartelloni celesti, l’informazione questa volta è andata meglio e pur essendoci stata una partecipazione non trascurabile, non è bastato a fare il tutto esaurito, pur presenti i buffissimi cabarettisti “Pablo & Pedro”.

Purtroppo la realtà di Cesano è questa. Siamo oltre 8.000 abitanti, ma la partecipazione ad eventi culturali o di svago è piuttosto bassina ed il motivo è da ricercarsi nella mancanza di pubblicità. La famosa anima del commercio. Sebbene di commercio non si dovrebbe parlare, perché tutti questi eventi sono gratis, o meglio: il pubblico non paga. Un vero peccato che gli sforzi degli organizzatori non vengano compensati con la presenza massiccia di pubblico, se non sempre, nella maggior parte dei casi. Ma sarà tutta colpa della pubblicità o ci sarà di mezzo lo zampino di una certa indolenza dei Cesanesi sia di quelli d.o.c. sia dei trapiantati da molto o da poco? C’è chi afferma che i nati qui, o coloro che semplicemente vi sono cresciuti, non hanno mai pensato a passeggiare in piazza Caraffa e Borgo di Sopra: la loro destinazione è sempre stata Roma centro e c’è da giurare che oggigiorno è ancora così: i nostri giovani partono per il centro storico di Roma quando si va a fare un giro, in discoteca o a prendere un gelato. Diciamocela tutta: ahimè, il nostro è sempre di più un quartiere dormitorio dove la gente non si conosce, dove ogni mattina si parte per Roma, in macchina o col treno. Alla nostra società, sempre più frenetica, non importa affatto la distanza che il lavoratore deve coprire per raggiungere il posto di lavoro, ai nostri amministratori, spesso interessano di più i propri affari a breve scadenza che non i piani a lungo termine, quelli coi quali si riesce a pianificare, creando, per esempio, delle vere strutture vivibili, dove al lavoro ci si può recare a piedi o al massimo con 15 minuti di tram. D’altra parte la nostra Politica è così. La cultura tradizionale viene soppiantata dalla cultura del progresso (!?), dove – ci insegnano Londra e New York – le distanze per recarsi al lavoro possono essere lunghissime: un vero spreco!

Torniamo però alla problematica della diffusione delle notizie locali. Di per sé la struttura di Cesano – queste due anime del Borgo e lo Scalo (senza entrare nel merito della Caserma) – sicuramente non aiuta al passaparola del posto, infatti, si racconta che quando il Borgo era ancora un centro vivacissimo, con tanti negozi e tanti residenti e tanti ragazzi – parliamo di una ventina d’anni fa o poco di più – c’era una sorta di competizione tra le due anime ed i militari. Oggi, invece, nulla! Il vuoto più totale, ognun per sé, oppure, come direbbe il filosofo Veneziani, sono adoratori del dio Kazzimiei. D’altra parte non ci sono i classici posti di aggregazione. Il Borgo non è il Centro Storico di un Cesano cresciutovi attorno. Lo Scalo non è un’emanazione di un piccolo paese cresciuto negli anni, è invece l’alter ego della Caserma; rimanendo il Borgo un aneddoto, un ricordo del passato, spesso da dimenticare per certi, ma che tanti altri amiamo. Tutte queste realtà sono difficili di mettere d’accordo. Certo, se non ci proviamo… La parola chiave è AGGREGAZIONE: dobbiamo fare tutto il possibile per cercare centri di aggregazione. Incominciando dalle notizie, dalle informazioni locali.

Il portale di Cesano in Internet è già una realtà, in fase di sviluppo, ma esiste, si propone come polo di aggregazione anche per altri siti più o meno specializzati in materie cesanesi. Quindi chi naviga in Internet è avvertito, ci sono notizie del territorio rintracciabili in Rete, ma per chi il pc non ce l’ha o non è pratico, ci vuole un punto informativo, o due: uno al Borgo, un altro a Scalo. Chi crede nella cultura, chi è certo che la Cultura risolve tutti i problemi, chi ama la nostra terra, le nostre case, troverà accettabile la nostra iniziativa.

La libreria Lo Medico ospiterà la bacheca di Scalo, il centro Yoga Ratnachandra quella di Borgo, ma siamo sempre disponibili ad avere altre bacheche in altri posti che vorranno ospitare le informazioni da noi raccolte e certamente quelle che voi lettori ci farete arrivare.

Da Il Socrate n. 7-8 luglio-agosto 2007

Porte aperte al Borgo di Cesano…

L’arte in mostra negli antichi locali

di Claudia Minozzi

Sabato 1° dicembre e domenica 2, per la prima volta, avremo lo Studio aperto di scultura-incisione, la Mostra aperta: fotografie del Borgo e Yoga a porte aperte. Il primo per accogliere le persone di Cesano, dei dintorni e di Roma e far conoscere il posto dove lavoro alle opere di grafica e di scultura; la mostra di Alberto Molinas per presentare il Borgo in immagini; mentre l’ultima delle tre iniziative per parlare di questa antica e nobile disciplina indiana e spiegare in parole semplici cos’è e perché praticarla, con brevi lezioni d’esempio alle ore 10, 12 e 16 di entrambi i giorni svolte dalla maestra Chandra Lucia Perazzolo. La manifestazione si terrà in Via della Fontana Secca all’altezza dei numeri 15 e 16/18 dove si sono incontrate le energie di vari artisti, ricercatori spirituali e semplici amanti del borgo antico, che è stato scelto come luogo di ritiro e di lavoro. L’evento è gratuito e nasce dal desiderio comune di far conoscere la nostra “piccola” realtà come motore di un mondo in cui arte, storia, spirito e cultura possono coesistere armoniosamente a pochi chilometri da una grande città come Roma. Per allietare i! l tutto e ristorare i visitatori si prevede del vino e dolcetti locali e, se il tempo sarà clemente, vi saranno interventi di musicisti che suoneranno in strada. Non è da escludersi la presenza di altri artisti della nostra via.

Questa decisione di aprire le nostre porte a tutti è maturata nelle ultime settimane di settembre, quando l’estate cominciando a declinare inevitabilmente ci ha riportato a guardarci un po’ più dentro. Le porte di Lucia si sono riaperte e con lei il suo mondo caldo luminoso e pieno di belle sorprese. Le belle foto di Alberto catturano suggestivi aspetti del borgo e dei dintorni. Nel mio studio dove le cose si spostano in continuazione a seconda del lavoro da fare, prima di affrontare altri progetti ho sentito la voglia di aprire le mie porte al borgo ed alla sua gente, affinché mi conoscano anche per il lavoro che faccio da tempo. È da poco che sono approdata a Cesano, dopo una lunga parentesi professionale in Svizzera che è durata 30 anni.  Quando ho deciso di ritornare in Italia in maniera stabile nel 2004, cercando uno studio dove poter proseguire la mia attività artistica, Cesano Borgo si è imposto a me con la sua bella campagna circostante, con il silenzio, con l’aria pulita, con la vita semplice di un borgo che non si direbbe così vicino alla metropoli tentacolare. Pur alternandomi ancora troppo con Roma, è qui che trovo tutto quello di cui ho bisogno. Il mio studio è bello perché è luminoso, si affaccia su una campagna di ulivi e melograni, il sole entra fino al suo tramonto. I miei lavori che sono ammonticchiati hanno bisogno di essere appesi alle pareti, hanno bisogno di essere mostrati, hanno bisogno di vivere e per questo hanno bisogno di essere guardati.

I busti in pietra scolpiti sono le vestali del luogo, altri calchi giacciono in cantina, le steli in granito sono ancora a Ginevra, mentre il mio lavoro grafico è tutto qui. Le incisioni stampate sul mio torchio, i libri d’artista aspettano da tempo di prendere una boccata d’aria. Penso che sia venuto il momento, con i miei simpatici dirimpettai, di aprire e di accogliere. Vi aspettiamo numerosi.

Da Il Socrate n. 10 ottobre 2007

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