Cesano di Roma

III. 1686: la Comunitas Caesani

III. 1686: la Comunitas Caesani

III. 1686: la Comunitas Caesani
settembre 12
01:53 2014

Già in possesso nel XIV secolo dei conti di Anguillara, assieme ai castelli di Stabbia, Capranica, Calcata e Vicarello, Cesano spettò in seguito al dominio temporale degli Orsini, che dopo averlo acquistato per 4.000 ducati il 4 aprile 1450, lo dotarono dapprima di uno statuto ed in seguito lo ritennero incluso nel Ducato di Bracciano, istituito da Pio IV Medici il 9 ottobre 1560.

Venduto da Paolo Giordano II Orsini dapprima a Bernardo Olgiati (22 agosto 1578) e poi a Fulvia Conti Sforza, contessa di Santafiora (2 giugno 1581), ma sempre riscattato, il feudo risentì, a partire dal terzo decennio del Cinquecento, della irreversibile crisi economica della Signoria orsinana, la quale dovette ricorrere in più di un’occasione alla vendita o alla concessione in locazione di porzioni di propri domini, compresa la terra di Cesano, da cui ricavava una rendita annua di 2.500 scudi.

Il 5 settembre 1661 il duca di Bracciano, Flavio Orsini, ed i fratelli Lelio e Virginio cedevano Cesano, assieme a Formello, Campagnano e Sacrofano «con i loro territorij, tenute, beni e giurisdittioni», al cardinale Flavio Chigi seniore e ai principi Mario e Agostino, rispettivamente fratello e nipote di papa Alessandro VII, per il giusto prezzo di 345.000 scudi.
L’acquisto chigiano della parte più orientale del Ducato era funzionale alla creazione di un dominio unitario e compatto all’interno dello Stato Pontificio: dominio che assicurava ai maggiorenti della famiglia toscana il controllo dei luoghi più significativi di accesso alla Città Eterna, per giunta situati lungo la strada storica per eccellenza diretta a Siena.
Inoltre, questo come gli altri simili acquisti fondiari, consentivano ai Chigi di ottenere i titoli necessari al loro “nuovo” ruolo nella nobiltà titolata romana.

L’attenzione particolare che i Chigi ebbero nella cura dei loro possedimenti si nota nell’ampia serie di interventi architettonici ed urbanistico-strutturali posti in essere a partire dal fatidico 1661.
A Campagnano acquistarono ed ingrandirono l’Osteria della fontana di Baccano, lungo la Cassia, dotandola anche di una nuova stalla. Acquisirono quindi il lago di Baccano (1666) ed una porzione di quello di Stracciacappe, posto a nord del lago di Martignano, che furono subito oggetto di lavori di prosciugamento per ottenerne terre da coltivare. Nel Settecento rilevarono il Casale dell’Olgiata (1744), subito ristrutturato.

Allo stato attuale delle ricerche non si conoscono per il tenimentum Cesani interventi artistici o lavori di architettura direttamente legati a membri della nobile casata oriunda di Siena, pur molto attiva, come si è visto, nei centri del circondario. Sebbene si abbia notizia di restauri e addirittura riedificazioni tardo seicentesche a carico della principale fabbrica del centro storico, ovvero la chiesa bassomedioevale di S. Nicola, gli unici immobili cesanesi cui è tradizionalmente attribuita una “fase” chigiana sono il Castello, ubicato sullo sfondo dell’odierna Piazza Caraffa, e la cosiddetta Casa padronale, situata all’ingresso attuale di Borgo.

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