Cesano di Roma

Cui prodest?

Cui prodest?

Cui prodest?
novembre 07
17:10 2018

Cui prodest? (a chi giova?): questa è la domanda da porsi.

Martedì 23.10.2018 alle 18.30 siamo stati invitati da Ascolto Attivo alla prima giornata di partecipazione. Presenti le tre socie, siamo stati accolti da una di loro, Agnese, che ha proposto un elenco da compilare con i propri dati per successivi appuntamenti e/o comunicazioni varie; qualche decina di presenze sono state raccolte. Poco più in là un tavolo allestito a buffet con spuntini, salatini e bibite ha fatto piacere ai presenti.

La sala è stata allestita per un numero inferiore alle effettive presenze e con una disposizione a piccoli ferri di cavallo per invogliare al dialogo; ma questa disposizione non è stata capita e le persone, abituate ad ascoltare – e non a partecipare – hanno riordinato le sedie secondo il classico schema a teatro, in file o contro il muro. Una forma di coinvolgimento alla quale non siamo abituati e che sarebbe stato interessante seguire per capire. Ma così non è stato. Mentre la socia e fondatrice, Marianella, ha iniziato con il prologo spiegando la scelta dell’allestimento, nessuno l’ha ascoltata… ed è stato così fino all’arrivo della polizia. Anzi, di più.

Di più perché i sostenitori del NO, hanno inscenato una manifestazione all’interno della sala dove si sarebbe dovuto tenere l’incontro boicottandolo di fatto, negando ai pochi presenti, che avrebbero voluto ascoltare, il loro diritto democratico. Una scelta, quella del Comitato per il NO e i CdQ di Osteria Nuova e Cesano e altri due della zona, alla quale ci hanno abituato i picchetti in caso di sciopero che in tale modo esercitano – con prepotenza – il loro diritto, annullando l’essenza della democrazia che è la partecipazione.

Ma tutto questo a chi giova? Le ipotesi sono tante, in parte ben descritte da un recente articolo del quotidiano Il Sole 24 Ore che, relativamente alla parte romana, scrive: «Il sistema italiano di raccolta dei rifiuti, di raccolta differenziata e riciclo di materiali ricuperabili, di smaltimento sta andando alla paralisi perché alcune città come Roma paralizzano il sistema […]» e poco dopo: «I politici fanno a gara per seminare la paura contro gli impianti e per incoraggiare la chiusura degli impianti di riciclo e smaltimento dei rifiuti […]» e continua: «I Tmb sono uno strumento di emergenza per situazioni provvisorie […] Invece Roma puntò tutto sul trucco di moltiplicare il numero di Tmb e di renderli definitivi, sorda a ogni proposta di allargare la raccolta differenziata e di realizzare impianti. Comitati di cittadini sono insorti per bloccare qualsiasi proposta di impianto alternativo ai Tmb e alla discarica monstre di Malagrotta, vicina a Fiumicino, asserendo nei cortei di protesta e nelle lettere indignate ai giornali, sulle pagine social e sui blog che (qualunque impianto fosse e dovunque fosse immaginato) il progetto «devasterà il nostro territorio», distruggerà «il futuro e la salute dei nostri bambini», perché «ben altra è la soluzione» oppure «non è questo il modello di sviluppo che noi vogliamo» e giustificazioni simili.». Infine, si arriva al cui prodest?: «Il riciclo dei rifiuti e lo smaltimento corretto hanno tanti nemici, i quali in modo inconsapevole aiutano la malavita.». Jacopo Giliberto, l’autore di questo interessantissimo articolo che ci riguarda e che indirettamente si rivolge anche a noi, scrive verso la conclusione: «La pianificazione nella gestione dei rifiuti spetta alle Regioni, ma come ha dimostrato il caso del Lazio i piani regionali dei rifiuti sono strumenti di propaganda politica e di lubrificazione del consenso.» che non è altro che ciò che veniamo a dire da tanto, ovvero alla fine la domanda cui prodest? riceve la risposta: alla politica, e ai suoi legami.

Rimane chiaro che ai cittadini giova il dialogo, «la politica cerchi altrove i suoi consensi» dice più di uno.

red. 07.11.2018

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