Cesano di Roma

V. La Torre di selce e il Volto d’avorio

V. La Torre di selce e il Volto d’avorio

V. La Torre di selce e il Volto d’avorio
settembre 12
01:51 2014

La località «Tor de’ Venti» si trova nei pressi della stazione di Cesano, ai margini nord-occidentali del Comune di Roma e al confine con quello di Anguillara. Il toponimo deriva dalla presenza di un antico rudere a forma di torre, con nucleo cementizio, che domina la circostante pianura sino alla via Claudia-Braccianese.

Interpretato alternativamente come sepolcro romano o come torre di vedetta di età medievale, il monumento è rivolto verso un dolce declivio alla cui sommità, presso un casale oggi ristrutturato, la Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Etruria Meridionale ha individuato e parzialmente scavato un impianto residenziale romano di notevoli dimensioni, risalente ad età repubblicana con modifiche, ristrutturazioni ed ampliamenti nelle epoche successive.

Le indagini archeologiche, avviate nel 2003, hanno consentito non solo di precisare che la villa si poneva lungo un diverticolo dell’antica via Clodia, ma anche di acquisire dati sulla sua articolazione planimetrica e sui lussuosi arredi interni (marmi pregiati, intonaci dipinti e mosaici), nonché altre informazioni di fatto compatibili con le notizie relative al rocambolesco ritrovamento in loco di parti di una preziosa statua di età classica.

L’eccezionalità della scultura non dipende tanto dalla pur elevatissima raffinatezza tecnica, quanto dalla sua estrema rarità.
Si tratta, infatti, dell’enigmatico volto in avorio, più altri minuti elementi collaterali, di una statua crisoelefantina, antica e rara tecnica usata soprattutto dagli scultori greci che prevedeva l’uso di materiali diversi (legni pregiati, oro e appunto avorio) per la realizzazione di “variopinte” opere scultoree, di norma destinate ad edifici pubblici, come i santuari, o a lussuose residenze aristocratiche.
A causa del valore intrinseco e della fragilità di siffatte opere, che richiedevano cure e trattamenti di manutenzione particolari, ben pochi esemplari sono giunti a noi dall’antichità. Questo spiega il particolare pregio del reperto eburneo cesanese, che pur oggetto di accurate indagini, non ha ancora svelato i suoi segreti.

Ancora oggi è dibattuto, infatti, se si tratti dell’eccezionale arredo di una sontuosa dimora patrizia romana, oppure degli scarni resti di un pingue bottino nascosto dopo la rapina e mai recuperato dai Barbari che saccheggiarono la Città Eterna in età tardo-antica…

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