Cosa si può fare nella tua periferia?

Periferia di Roma. Evoca nella nostra mente una lunga strada trafficata per andare al lavoro a distanze siderali, oppure cassonetti straripanti per l’incuria di cittadini delusi e disfattisti e di una municipalizzata che non riesce a stare appresso a tutti i metri cubi di immondizia prodotta; oppure pensiamo a una distesa di cemento, a condoni frettolosi di abusivismo selvaggio, a mancanza di scolarizzazione o di iniziative culturali, di pane per la mente.
Io sono nata e cresciuta in una periferia la cui qualità redentrice è il fatto di essere nel bel mezzo di un polmone verde e con collegamenti alla città non troppo scadenti.
Ciò mi ha probabilmente forgiata, come qualsiasi contesto geografico fa alle persone che lo abitano, ma non ho mai realmente vissuto la mia periferia appieno, complice quel disfattismo menzionato prima che mi ha spinto a cercare intrattenimento, istruzione, cultura altrove. Sono probabilmente complice (o, se non altro, lo sono stata) di quella visione superficiale e negativa che permea i quartieri lontani dal centro. Quello che alla domanda “Cosa si può fare nella tua periferia?” ti fa rispondere “Niente”.
Colpevole, vostro onore.
Raramente ho pensato che il luogo in cui sono nata e cresciuta potesse offrire a una persona di qualsiasi generazione pane per la sua mente.
Incuriosita però da un post su Facebook, ho trascinato mia madre in un’iniziativa interessante.
“Cortili di Cinema” aveva già fatto furore l’anno scorso nel XV Municipio ed è stato replicato quest’anno con lo stesso format: il progetto organizza delle serate con proiezioni all’aperto di film che coinvolgono trasversalmente i pubblici più diversi; in alcune occasioni vengono anche invitate personalità che hanno collaborato alla produzione del film o perfino registi e sceneggiatori.
Senza pagare un solo centesimo, con un ottimo audio e video.
Apparecchiati nel cortile di una scuola, accarezzati dal venticello che solo un borgo ben alto sul livello del mare può offrire, ieri ci siamo seduti. Erano secoli che non andavo in un cinema all’aperto, più o meno da quando avevo una ventina d’anni, il che rende un attimo l’idea di quante ere giurassiche siano passate. Sedie e panche si sono riempite ben presto e, nell’attesa, le persone più diverse hanno iniziato a chiacchierare: bambini, ragazzi, giovani, uomini e donne, anziani o meno anziani, personaggi politici e semplici cittadini, tutti abbiamo interagito come se ci conoscessimo da sempre, nella comune rilassatezza di un momento leggero. Mi sono goduta la serata con mia madre, con un film divertente da morire e che, risate a parte, ha pure monologhi stupendi, a tratti lirici.
E ho fatto questo nella mia periferia, quella per cui fino a poco tempo fa avrei risposto alla domanda “Cosa si può fare lì?” con un “Niente”.
E non solo è stata organizzata un’iniziativa accessibile a chiunque economicamente parlando, che è tutto ciò che la cultura dovrebbe fare, tutto ciò che una proposta collettiva dovrebbe fare.
Ma tutto questo ha fatto anche sentire meno distanti i cittadini della periferia da una realtà più felice, pulita, ordinata, stimolante.
Andate, quindi. Documentatevi. Informatevi. Seguite i siti istituzionali.
Non siate complici, come lo sono stata io, del disfattismo periferico.
Non rispondete più con “Niente” alla domanda “Cosa si può fare nella tua periferia?”
Gloria Orsini 08.06.2025 – 2030h