Cesano di Roma

Associazione Salviamo Bracciano: “Perché non va riaperta la discarica”

Associazione Salviamo Bracciano: “Perché non va riaperta la discarica”

Associazione Salviamo Bracciano: “Perché non va riaperta la discarica”
luglio 24
21:10 2014

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di: Salviamo Bracciano; No discarica Cerveteri; Comitato il Castellaccio-Monteroni; Cittadini liberi Cerveteri difesa e territorio; C.D.Z. Borgo S. Martino, Comitato Terra Nostra di Cerveteri.

 

Incompatibilità ambientale: Sono alla Vs. attenzione abbondanti documenti atti a dimostrare che la chiusura di Cupinoro è stata decretata dai corretti e doverosi dinieghi del MIBACT, per palese incompatibilità con la vigente normativa paesaggistico-ambientale–archeologica.

Tra le varie motivazioni, si evidenzia che il suolo su cui insiste la discarica non dovrebbe più essere nella disponibilità della Bracciano Ambiente perchè già rientrato nella totale disponibilità dell’Università Agraria, come da disposizioni contrattuali.
Perché, a nulla possono valere i tentativi che conosciamo di modifiche dei PTPR fuori tempo e fuori Legge.

Mancanza di trasparenza: Altro discorso è il destino della “Bracciano Ambiente s.p.a.” socio unico il Sindaco pro tempore del comune di Bracciano, per conto dei Cittadini.

La Società trovasi sull’orlo del fallimento, come ribadito dai Revisori dei conti, per una gestione fallimentare di una società nella quale l’amministratore unico e’ l’avvocato Marcello Marchesi, avvocato personale del sindaco in cause penali che vedono lo stesso imputato per reati contro la P.A..

Ebbene, l’avv.Marchesi è stato confermato e promosso contro ogni senso di opportunità, avendone i cittadini già chiesto le dimissioni. La gestione è stata caratterizzata da una totale mancanza di trasparenza: prova ne sia che al Consiglio comunale di Bracciano, convocato per l’approvazione del bilancio consuntivo, non compariva quello della “Bracciano Ambiente”, elemento indispensabile per qualsivoglia valutazione di merito;inoltre risultano spariti i 12/14 milioni che dovevano essere accantonati per la messa in sicurezza dell’area (post-mortem).

Gestione fallimentare: Tale gestione, a causa di scelte sconsiderate e di innumerevoli sprechi, (non ultimo gli esagerati stipendi dei dipendenti), ha portato alla perdita di 21 posti di lavoro e ad un previsto “buco” di bilancio, che si presume, porterà alla chiusura della Società.

Ciò detto, ci opponiamo ad ogni possibile progetto di riapertura di Cupinoro e della ipotizzata ripresa di ogni analoga attività sul territorio.

Chiediamo ancora una volta che la Regione favorisca progetti diversi da quelli di retroguardia proposti; progetti che comprendano filiere virtuose, già con successo operanti altrove, nel rispetto per l’ambiente e la salute dei cittadini, in grado di incrementare forze lavorative e di abbattere contemporaneamente, in modo determinante i costi per la collettività.

 

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