Cultura ed Eventi – Cesano di Roma https://www.cesanodiroma.com un borgo, un quartiere, una terra! Fri, 29 Mar 2024 12:36:16 +0000 it-IT hourly 1 Il Cinguettio del Centenario alla quinta uscita https://www.cesanodiroma.com/il-cinguettio-del-centenario-alla-quinta-uscita/ https://www.cesanodiroma.com/il-cinguettio-del-centenario-alla-quinta-uscita/#respond Fri, 29 Mar 2024 10:35:11 +0000 https://www.cesanodiroma.com/?p=28659 Il Comitato Promotore delle Celebrazioni per il Centenario dell’aggregazione di Cesano al Comune di Roma [27 Dicembre 1923-2023] ha diffuso il suo quinto numero di Cinguettio, ovvero quello di Marzo 2024, ufficialmente il numero 3, che segue il numero 0, il numero 1, il numero 2 e il numero speciale per la chiesa di San Nicola di Bari.

Li abbiamo raccolti qui per voi.

È anche disponibile la versione in .PDF dalla qualità superiore in caso di voler conservarli stampati su carta: all’e-mail in fondo alla pagina vanno indirizzate le richieste.

numero 0

numero 1

numero 2

numero speciale su San Nicola

numero 3

 

red. 29.03.2024 – 11.33h

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Don Morotti: chi era costui? https://www.cesanodiroma.com/don-morotti-chi-era-costui/ https://www.cesanodiroma.com/don-morotti-chi-era-costui/#respond Sat, 23 Mar 2024 10:46:20 +0000 https://www.cesanodiroma.com/?p=28620

Locandina della presentazione del seminario di studi di domenica 14 Aprile 2024.

Era il 6 Dicembre 1891 quando arrivava a Cesano, allora facente parte del Comune di Campagnano di Roma, il nuovo parroco: don Giuseppe Morotti.

Di origini benestanti, era nato il 19 Marzo 1854 nella vicina Bracciano. Alla data della sua morte a Cesano, il 30 Gennaio 1926, lasciava in eredità alla popolazione locale una Opera Pia il cui statuto venne approvato postumo: era il 23 Giugno 1930 per Regio Decreto di Vittorio Emanuele III controfirmato da Mussolini (Anno VIII).

Statuto

L’Opera Giuseppe Morotti Parroco diventava realtà, sebbene fosse già attiva, anche ben prima della sua morte, che con l’atto ufficiale avrebbe perpetuato “l’opera già svolta privatamente dal Parroco Don Giuseppe Morotti, e cioè di accogliere e custodire nei giorni feriali, in un proprio Asilo i bambini poveri di ambo i sessi residenti nella frazione di Cesano di Roma dall’età dai tre ai sei anni, e di provvedere alla loro educazione fisica, morale e religiosa nei limiti consentiti dalla loro tenera età, e di accogliere e custodire pure gratuitamente, in una propria Scuola, le giovanette povere di buoni costumi, residenti in detta frazione, dal sesto anno di età in poi, e di impartire loro l’insegnamento di lavori di cucito.“.

Opera Giuseppe Morotti Parroco

Quattro decadi dopo, iniziavano i problemi. Ma questa è un’altra storia.

Era il 1908 quando Don Morotti faceva costruire il cosiddetto “Castello” sul punto più alto dello sperone tufaceo sul quale appoggia l’abitato che ha ospitato dapprima l’Asilo Morotti, poi la citata Opera Pia e così via.

Il “Castello”

Ma… Chi era veramente Don Morotti? C’era dell’altro oltre all’assistenza ai più bisognosi alla comunità cesanese?
Recenti studi condotti su inediti documenti d’archivio hanno – in effetti – consentito di dimostrare come l’apostolato di Don Morotti fu assai fecondo non solo sotto il profilo sociale e spirituale, ma anche sul fronte culturale.

Il seminario di studi “Don Giuseppe Morotti (1854-1926): Parroco pro Cesano [di Roma]“, della serie “Itinerari d’arte, fede e devozione nella Campagna Romana“, si svilupperà attorno a tre argomenti:

  1. Don Morotti tra vita consacrata e missione civica (a cura di Giuseppe Mocci)
  2. Don Morotti custode d’arte nascosta (a cura di Fabrizio Vistoli)
  3. Don Morotti patrono del miracoloso Crocifisso (a cura di Gloria Orsini)

Le tre relazioni si terranno domenica 14 Aprile 2024, a partire dalle ore 17.00 nella chiesa di San Giovanni Battista (sec. XVII) all’interno dell’antico Borgo di Cesano. Esse ci faranno conoscere della materia precedentemente non studiata a fondo né approfondita a dovere, ma le carte “non mentono” e pazientemente consultate hanno aperto un vero e proprio vaso di Pandora…

Il seminario di studi è organizzato dai volontari del Comitato per le Celebrazioni dell’aggregazione di Cesano al Comune di Roma, effettiva dal 14 Aprile 1924 (R.D. del 27 Dicembre 1923). I posti a sedere sono limitati dalla capienza della chiesa. L’accesso sarà libero e gratuito. 

red. 23.03.2024

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Violenza contro le donne: sulle mutilazioni genitali femminili https://www.cesanodiroma.com/violenza-contro-le-donne-sulle-mutilazioni-genitali-femminili/ https://www.cesanodiroma.com/violenza-contro-le-donne-sulle-mutilazioni-genitali-femminili/#respond Tue, 19 Mar 2024 16:26:33 +0000 https://www.cesanodiroma.com/?p=28616 Pubblichiamo la nota dell’Assessora alle Politiche Sociali, Sanitarie e Pari Opportunità del Municipio XV, Agnese Rollo con l’invito a partecipare il 21 marzo, ore 17.00 nella Sala Studio Euclide all’evento “Mutilazioni  genitali femminili. Con Amref Health Africa Onlus per sensibilizzazione e percorsi informativi sl territorio”.

Secondo le stime riportate dall’OMS, sono oltre 3 milioni le bambine vittime ogni anno della mutilazione genitale; pratica ancora oggi diffusa in oltre 30 Paesi al mondo. Una cifra destinata purtroppo ancora a crescere; si stima infatti che entro la fine del 2030 si possa arrivare fino a 68 milioni di bambine coinvolte.

Un’emergenza che non possiamo ignorare e per cui con il Presidente del Municipio, Daniele Torquati, sentiamo la responsabilità di dover contribuire soprattutto con la sensibilizzazione e l’informazione anche sul nostro territorio. È per questo che per il mese della Consapevolezza, il Municipio XV con Amref Health Africa Onlus ha organizzato un incontro informativo e di approfondimento sul tema. Una presentazione dei percorsi di formazione dei servizi e di empowerment dei giovani di nuova generazione e con background migratorio, che Amref porta avanti in Africa, Italia ed Europa, al fine di prevenire e contrastare questa pratica lesiva per le donne.

L’appuntamento è per giovedì 21 marzo alle ore 17.00 presso la Sala Studio Euclide di Via Flaminia 834. Presenti all’incontro Giovanna Scassellati, Ginecologa e Responsabile del Centro Regionale MGF dell’Azienda Ospedaliera San Camillo, Laura Gentile, Coordinatrice del Progetto Y-ACT per Amref Health Africa Onlus e Mehret Tewolde, Referente per l’Associazione Le Reseau, partner di Progetto.

[NdR: empowerment = potenziamento, background = esperienza]

red. 19.03.2024

 

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Un secolo fa… https://www.cesanodiroma.com/un-secolo-fa/ https://www.cesanodiroma.com/un-secolo-fa/#respond Wed, 13 Mar 2024 15:54:11 +0000 https://www.cesanodiroma.com/?p=28584 Dalla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia del 13 Marzo 1923:

«SOMMARIO
[…]
RELAZIONE e REGIO DECRETO 27 dicembre 1923, n. 3247. Distacco della frazione di Cesano dal comune di Campagnano di Roma ed aggregazione a quello di Roma. Pag. 1142
[…]

RELAZIONE e REGIO DECRETO 27 dicembre 1923, n. 3247.
Distacco della frazione di Cesano dal comune di Campagnano di Roma ed aggregazione a quello di Roma.
Relazione di S. E. il Ministro Segretario di Stato per gli affari dell’interno, Presidente del Consiglio dei Ministri. a S. M. il Re, in udienza del 27 dicembre 1923, sul decreto concernente il distacco della frazione di Cesano dal comune di Campagnano di Roma, ed aggregazione a quello di Roma.

MAESTÀ,
La frazione di Cesano ha ripetutamente chiesto di essere distaccata dal comune di Campagnano e di essere aggregata a quello di Roma in cui, per ragioni di vicinanza e per facilità di comunicazioni, la sua popolazione svolge abitualmente i propri Interessi ed affari, risentendo perciò notevole disagio dall’unione amministrativa al Comune di cui attualmente fa parte.
Poiché, recentemente, le amministrazioni dei due Comuni interessati si sono dichiarate favorevoli all’accoglimento di tali voti, che, d’altronde, risultano pienamente giustificati dalle suesposte circostanze, in tal senso si provvede con lo schema di decreto, che mi onoro sottoporre all’Augusta firma di Vostra Maestà. col quale viene inoltre riservato alle predette Amministrazioni di procedere al regolamento dei rapporti ed a quant’altro occorra per le disposte modificazioni di circoscrizione.

VITTORIO EMANUELE III
PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D’ITALIA

In virtù della delegazione di poteri conferita al Governo con la legge 3 dicembre 1922, n. 1001;
Veduta la legge comunale e provinciale, testo unico 4 febbraio 1915,n.148;
Udito il Consiglio dei Ministri;
Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per gli affari dell’interno, «Presidente del Consiglio dei Ministri;
Abbiamo decretato e decretiamo:

Art. 1.
La frazione di Cesano è distaccata dal comune di Campagnano di Roma ed aggregata a quello di Roma.

Art. 2.
Entro il termine prefisso nell’articolo seguente per l’entrata in vigore del presente decreto, i Consigli comunali procederanno al regolamento dei rapporti ed a quanto altro occorra per le modificazioni di circoscrizione di cui all’articolo precedente.
Per tali adempimenti sono conferiti i poteri dei consigli comunali ai Commissari che siano incaricati dell’amministrazione dei predetti Comuni.

Art. 3.
Il presente decreto entrerà in vigore un mese dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno.
Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a Roma, addì 27 dicembre 1023.
VITTORIO EMANUELE.
MUSSOLINI.

Visto, il Guardasigilli: OVIGLIO.
Registrato alla Corte dei conti, addì 13 marzo 1924.
Atti del Governo, registro 222, folio 70. – GRANATA.»

red. 13.032024

 

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Racconti cesanesi: Lo Medico https://www.cesanodiroma.com/racconti-cesanesi-lo-medico/ https://www.cesanodiroma.com/racconti-cesanesi-lo-medico/#respond Thu, 22 Feb 2024 13:46:20 +0000 https://www.cesanodiroma.com/?p=28527 Verso il 2007, se non vado errato, uscirono alcuni numeri di un altro giornale locale chiamato “Porta Nord“.

L’ho definito un altro perché da qualche tempo venivano distribuiti gratuitamente altre due pubblicazioni con notizie del territorio: uno era il bollettino “Cesano Informa” di Patrizia Belloni e Gabriele Colasanti, l’altro il più articolato “Il Socrate – so-di-non-sapere” che prediligeva argomenti culturali ed era emanazione dell’Associazione Volontari per Cesano promossa da Pino Cangemi, noto esponente della destra cesanese.

“Porta Nord” era invece la voce della sinistra cesanese, con in testa il nostro concittadino Vincenzo Marini Recchia, già in questo portale 10 anni fa con un suo bellissimo racconto (clicca qui).

Tra gli articoli scritti da Vincenzo c’è stato uno che narra uno spezzone di vita della Cesano degli anni del dopoguerra del secolo scorso relativo a quella che la maggior parte di noi ha conosciuto quasi esclusivamente come Libreria Lo Medico, sebbene a monte ci sia stato tutto un percorso fatto prima da Giuseppe Lo Medico nel 1947, poi dal figlio Giuseppe, il padre di Enzo, l’attuale titolare.

Prendendo spunto da questo articolo, ho chiesto ad Enzo il permesso per ripubblicarlo a distanza di tanti anni, ma anche di raccontare di più di lui, della sua famiglia e della libreria di Cesano, un punto di riferimento per Cesano Scalo che dal 1945 in poi si è sviluppato di fronte alla caserma, da Via di Baccanello, a destra e sinistra lungo l’asse di Via della Stazione di Cesano.

Anni ’60: incrocio tra Via di Baccanello e Via della Stazione. di Cesano [In primo piano le bombole di Gianni er bombolaro…] (Cortesia di Alessandro Ruiu, in Facebook)

Di seguito il bel ricordo di Vincenzo Marini, a seguire il racconto denso di particolari di Enzo Lo Medico.

Infatti, Vincenzo, ha un bel ricordo del padre di Enzo, Giuseppe (Ciccio) Lo Medico, leggiamolo insieme:

Come eravamo

Un ricordo di Vincenzo Marini.

Ciccio Lo Medico un’istituzione culturale, un amico

Ciccio Lo Medico era per i cesanesi del primo dopoguerra, così come lo si vede nella foto concessaci gentilmente dal figlio Enzo, giornalaio, libraio, sguardo ironico e battuta pronta sulla vita di tutti i giorni e non solo. La sua libreria è stata, per quelli della mia generazione, non solo il luogo dove cercare i primi libri della propria personale biblioteca, ma anche l’angolo dove rifugiarsi per fare quattro chiacchiere e commentare i grandi avvenimenti che hanno accompagnato i primi venti anni della nostra Repubblica. Socialista autonomista, Ciccio aveva con me, allora gruppettaro e marxista leninista, un rapporto sincero e affettuoso non scevro da un acuto senso critico. Negli anni sessanta le discussioni appassionate nella sua libreria di via della Stazione rompevano quotidianamente l’assonnata monotonia di Cesano Scalo.

La pazienza con cui ha inizialmente sopportato le mie difficoltà di studente squattrinato – almeno fino a quando il primo incarico non saltuario di insegnante di matematica cominciò a dare maggiori certezze al mio budget culturale – l’ho sempre considerata l’investimento di un amico. Ma non ero il solo privilegiato. Anche altri miei coetanei hanno sperimentato questo singolare – e non esattamente mercantile – approccio di Ciccio con i giovani clienti.

Avanti negli anni ho anche sperimentato un’altra passione del nostro libraio: il poker. E in questo rischioso gioco di carte Ciccio metteva tutto il suo acume psicologico, tutta la sua freddezza e il rispetto ferreo delle regole. Se vinceva era per bravura anche se certo non scevro da un buon rapporto con la fortuna. Osservarlo prima e giocarci qualche volta assieme, è stata una esperienza umana a cui sono rimasto particolarmente legato.

Giuseppe (Ciccio) Lo Medico con la sua bici e i giornali colto dal fotografo nella Scuola di Fanteria di Cesano di Roma (Cortesia di Enzo Lo Medico)

 

Dall’ingresso, parte della prima sala della libreria Lo Medico (foto A. Molinas)

 

Enzo la storia completa della libreria ce la racconta così:

In momenti difficili come quello che abbiamo vissuto ed ereditato dai tempi del Covid, la mente spesso spazia e vaga senza che ci si possa mettere nessun freno. Sono giorni in cui la nostalgia assale in modo quasi feroce, tornando alla mente nitide tantissime cose del passato, legate ai miei genitori ed alla storia della libreria. Ecco che il sistema migliore per cercare di frenare un po’ questa nostalgia è quello di scrivere. E allora racconto una storia. La storia della Libreria Lo Medico dal 1947 a Cesano.

La libreria Lo Medico, nasce agli inizi del 1947 con mio nonno Giuseppe (che purtroppo io non ho mai conosciuto) che si inventò questa professione, dopo tutte le difficoltà del periodo che vanno dal 1932 fino alla fine della seconda guerra mondiale. Difficoltà tremende, fame nera, miseria e disperazione per tutto quel periodo di tempo per lui e per la sua famiglia formata da lui dalla sua sposa, nonna Clorinda, e da due figli, una femmina, zia Lucia, una donna come poche al mondo con la quale la vita non è stata mai clemente non facendole mancare ogni tipo di sconforto e dolore dall’inizio alla fine avvenuta nel giugno scorso, e da mio padre Giuseppe. Al tempo i figli si potevano chiamare ancora con i nomi del padre, per cui mio padre si chiamava come il proprio padre. Un terzo fratello, Antonino, perì in tenerissima età.

Agli inizi del 1947, dicevo, nonno Giuseppe, detto Pino, pensò di cominciare a cercare di vendere libri e giornali partendo tutti i giorni da Roma, zona Pineta Sacchetti e venire a Cesano a piedi, seguendo la linea della ferrovia, poiché egli non si poteva permettere nemmeno il lusso del biglietto del treno, con una valigia al cui interno c’erano appunto qualche libro e qualche quotidiano. I clienti erano i pochi abitanti di Cesano e i soldati, sia di leva che gli ufficiali ed i sottufficiali della Scuola di Fanteria che si trova a Cesano stessa. E con lui al suo fianco, sempre mio padre che la mattina veniva a piedi a Cesano con il padre e poi nel pomeriggio, una volta tornati nella misera abitazione dove alloggiava la famiglia, nella bella stagione si andava ad allenare in bicicletta facendosi cento, centocinquanta e spesso anche più chilometri al giorno essendo lui un atleta della Lazio ciclismo.

Questo per circa tre anni. Agli inizi del 1950 nonno e papà riescono ad ottenere un piccolo spazio, insieme ad altri venditori vari di Cesano, all’interno della suddetta Scuola di Fanteria, ove riporre i libri ed i giornali che portavano da Roma. Essi non venivano più a piedi, ma il nonno riusciva a prendere il treno e mio padre invece veniva in bicicletta, con un canestro davanti al manubrio ed uno dietro al sellino pieno di quotidiani, riviste, libri. Si faceva una ventina di chilometri all’andata ed altrettanti al ritorno ma per uno come lui che era abituato agli allenamenti della Lazio ciclismo quelle erano poco più che passeggiate. Con la sua improvvisata bicicletta-furgone ci faceva anche le consegne a domicilio per chi ne faceva richiesta. La foto immagine del profilo della libreria e quella mia personale lo ritrae proprio in un suo giro di consegne.

C’è da sottolineare che oltre a venderli i libri mio papà era un grande lettore. Riuscì a coniugare il lavoro con il piacere della lettura. Si leggeva quattro cinque quotidiani al giorno e ogni libro di storia che usciva. Da solo riuscì a formarsi una cultura decisamente invidiabile. Una passione quella per la lettura che mai lo abbandonò.

Nel 1956 la Scuola di Fanteria decise che chi commerciava all’interno della stessa, doveva lasciare i locali ricevuti in locazione in modo immediato e definitivo, riguardando anche il canone di affitto fino ad allora elargito in modo retroattivo. In pratica li mandarono via e vollero dei soldi per gli anni in cui erano stati all’interno dello spazio militare. Papà e nonno si trovarono praticamente sul lastrico, indebitati e senza un posto dove poter ricominciare.
Del tutto casualmente e inaspettatamente, si libera un piccolo negozietto in via della Stazione 408, e i due riescono a ricominciare allestendo il locale con tanta grinta e tanta determinazione.

Nel 1956 stesso compare nella vita di mio padre una figura determinante e assolutamente insostituibile per quello che sarà il prosieguo della sua vita: mia madre Guglielmina Spadoni. Ci si fidanza e dopo tre anni la sposa. Una donna che ha fatto della dedizione a suo marito ed alla sua famiglia, che poi si completò con il mio arrivo nel dicembre del 1968, una ragione di vita.

Le cose piano piano nel nuovo negozio sembrano ricominciare ad andare benino. Certo il periodo è quello che è. Non circola molto denaro, ma ci si accontenta di poco. Si riescono a pagare i debiti contratti per pagare l’amministrazione della Scuola di Fanteria, si riesce a riempire il piccolo negozio di libri, si va avanti insomma. Papà fa su e giù con Roma per andare a prendere i libri da vendere e il suo fornitore principale diventa Gian Giacomo Feltrinelli, l’editore, che aveva la libreria in via del Babuino a Roma e dietro la libreria aveva il magazzino. Tra i due nasce una bellissima amicizia finita solo quando Feltrinelli muore nel 1972. La prima scaffalatura metallica del negozietto è proprio un dono di Gian Giacomo a papà.

Le cose dicevo sembra che cominciano a migliorare ma nel 1957 nonno Pino muore lasciando papà da solo a portare avanti l’attività. Fortunatamente papà aveva ormai l’esperienza adeguata per continuare il percorso incominciato dieci anni prima dal padre. Aveva qui 28 anni.

Nel 1959 prende in sposa mia madre che, come detto prima, diventa figura primaria e insostituibile nella sua vita. Poi lo sarà nella mia. Mamma oltre che moglie e donna di casa è sua collaboratrice nell’attività sostituendo papà quando egli deve spostarsi per andare ad acquistare merce. Perché nel frattempo pur essendo un negozietto di piccole dimensioni era riuscito a riempirlo di ogni altra merce non alimentare possibile. Su suggerimento del suo amico Gian Giacomo che nella sua libreria vendeva un po’ di tutto, aveva aggiunto cartoleria, macchine fotografiche, ricordi di Roma, foulard, borsoni da viaggio, pipe, e tanto altro ancora. Anche se la parte dominante dell’attività sono sempre i libri e i giornali.

Con il passar del tempo il piccolo negozietto diventa un punto di ritrovo per molti ragazzi e giovani della zona, che trovano un vero e proprio riferimento in quel negozietto e in quell’uomo imponente che dopo l’addio alla bicicletta e grazie alla eccezionale cucina della moglie ha messo su parecchi chili diventando per tutta la comunità amichevolmente “Ciccio”. In questo periodo è pressoché di casa un ragazzo che diventerà assiduo frequentatore e grandissimo amico dei miei genitori e poi mio: Vincenzo Marini Recchia che a buona ragione posso definire il più antico amico e cliente della libreria visto che è ancora sempre presente, fortunatamente.

Sono gli anni sessanta che volano in un baleno per Ciccio e Guglielmina i quali si dividono tra il lavoro al negozietto e la casa presa in affitto proprio dietro al locale stesso. Anni di lavoro duro ma anche di piccole soddisfazioni, nel rapporto con i clienti-amici, con i fornitori, con la vita di quei tempi. Lavorano pressoché incessantemente. Per loro non esistono domeniche, feste, ferie ecc. Lavoro, sempre lavoro ma con la gioia della loro vita insieme. L’unico cruccio era che non riuscivano ad avere figli. Fino a marzo del 1968 quando mia madre grazie alle cure di un ginecologo del policlinico Umberto I, formidabile ed all’avanguardia per il periodo, rimane incinta. Io di quel dottore ricordo solo il nome: Enzo. Il cognome sicuramente i miei me lo avranno detto, ma proprio non me lo ricordo per quanti sforzi faccia. Il 4 dicembre del 1968 vengo al mondo. Che mi chiamo con il nome che ho, appunto in onore al ginecologo che aveva in cura mia madre.

Da quel dicembre 1968 cambiano moltissime cose per la coppia. Innanzitutto pochi mesi dopo, nel marzo del 1969, riescono a costruirsi una casa in un appezzamento di terra che papà aveva comprato pochi anni prima ad un paio di chilometri dal negozietto. Firmando un numero decisamente elevato di cambiali ad un costruttore-amico dal cuore d’oro che ha costruito mezza Cesano dell’epoca, papà e mamma riescono ad avere la loro casa. Che è quella poi dove sono sempre vissuto ed ancora vivo io. Ma le cambiali firmate al costruttore-amico vanno però onorate e quindi ancora di più entrambi si gettano a capofitto sul lavoro. Cesano non è una metropoli, ma è in continua espansione in quel periodo. Molta dell’economia locale si regge sui soldati di leva e sui militari di carriera che svolgono il servizio nella Scuola di Fanteria. Sono veramente tanti in quel periodo. Tra ufficiali, sottufficiali, corsi vari e soldati di truppa ci sono qualcosa come quattromila persone, oltre gli abitanti del paese. Libri, giornali e mercanzia varia si vendono discretamente e il piccolo negozietto diventa…. troppo piccolo.

Con qualche pianto di mamma che era affezionata a quel posto, nel settembre del 1974, con lo scudetto appena conquistato da quella che per papà non era una semplice squadra di calcio, ma un vero e proprio ideale, la Lazio, ci trasferiamo in un locale molto più grande, quello dove ancora oggi è la libreria: in via Attilio Verdirosi, 15. Dico ci trasferiamo perché io, pur essendo piccolissimo, stavo tutto il giorno dentro il negozietto con mia madre e mio padre. Ci ho vissuto fin da subito in pratica. Ho ricordi nitidissimi di quel piccolo posto sommerso di libri e di ogni altra cosa in cui passavo le giornate. Qualcuno dei più antichi frequentatori della libreria che avrà la bontà di leggere questo scritto potrà confermare quanto dico. Io sono passato direttamente dalla pancia di mia madre a quella del piccolo negozietto.

Nel 1974 la libreria trasferitasi nel nuovo locale diventa molto più grande e più fornita. Sempre piena di volumi fa anche il servizio di libri scolastici per le scuole di Cesano e del circondario. Gli anni settanta sono anni frenetici. “Ciccio” è sempre in sella lavorando mediamente dodici ore al giorno tutti giorni, sempre ben coadiuvato dalla moglie Guglielmina. L’unico svago sono le domeniche pomeriggio quando gioca la Lazio in casa dove non manca ad una partita e dove dal primo febbraio 1976 comincia a portare anche me. Le domeniche pomeriggio quando la Lazio non gioca in casa al nostro piace farsi una pokerata con gli amici essendo lui un cultore del gioco del poker. Cultore e giocatore formidabile. Torno a prima: se c’è tra chi legge qualcuno che ha avuto modo di giocare con lui o di vederlo giocare sa che non esagero.

Passa veloce il tempo, la libreria funziona abbastanza bene. Gli anni di cui parlo sono un grande serbatoio culturale del Paese. C’è una grande produzione e la gente legge. La gente si informa, compra i libri ed i giornali, compra le enciclopedie. Non c’era una casa in quel periodo in cui non ci fosse una enciclopedia. Le più vendute erano quelle della De Agostini e in quella casa editrice, la cui filiale era in zona Monteverde, mio padre era trattato come un principe. Ne vendeva a dozzine al mese, di tutti i tipi: da quelle di cultura generale, le famose “E12” e “GE20” a quelle sugli animali , quelle di cucina e quelle di arte. Un tourbillon formidabile che lo portano ad arrivare ad essere il primo come fatturato di enciclopedie in tutta Italia.

No dico, rendiamoci conto. Uno che era partito dal nulla, venendo a Cesano per cercare di vendere qualche libro e giornale riposti in una valigia di cartone, facendosi venti chilometri a piedi all’andata e venti al ritorno e poi dopo facendo lo stesso tragitto in bicicletta, uno come questo che viene portato in palma di mano dai dirigenti di una delle più grandi case editrici italiane ed arrivando ad essere il primo in Italia per enciclopedie vendute. Fenomenale, semplicemente. Egli si era inventato due cose, molti ma molti anni prima di altri: consegnava a domicilio e si faceva pagare a rate. Piccole rate, e l’enciclopedia entrava in casa del cliente. Quando il medesimo non riusciva a pagare una rata, veniva comunque accolto con un sorriso e con un “fa niente aspetto la prossima”.

Gli anni settanta lo vedono protagonista anche nella sede del CNEN meglio conosciuto come Casaccia nella vicina Osteria Nuova. “Ciccio” ma che in Casaccia era chiamato con il diminutivo del suo nome, Peppe, tutti i giorni si carica la sua Cinquecento bianca (che poi diventerà piccola anche lei per via delle tante pubblicazioni da caricare e allora diventerà prima una Seicento azzurra, poi una 124 familiare verde per arrivare ad una 131 familiare bianca ed infine ad una Regata sempre familiare grigia) e porta libri e giornali all’interno del centro nucleare dove c’è una pletora di studiosi e scienziati che subito diventano clienti appassionati del banco, consistente in un tavolo da ping-pong riconvertito, dove Peppe esponeva mazzi di quotidiani, file di riviste e pile su pile di ogni tipo di libro possibile. Soprattutto quelli a carattere scientifico. Nascono in Casaccia delle amicizie straordinarie con uomini altrettanto straordinari. In assoluto diventa amico fraterno con Dario Malosti, per il quale veramente non ci sono parole che riescono a definirne la grandezza. Un amicizia che auguro ad ogni persona di vivere. Tra i due c’era un affetto che va oltre il semplice sentimento stesso dell’amicizia. Una cosa assolutamente straordinaria.

Passa il tempo, arriviamo agli anni ottanta dove c’è un primo netto calo delle vendite. I famosi anni ottanta dell’edonismo reganiano , degli yuppies, di quelli insomma che mettono tante altre cose prima dei libri e della cultura. Ma il negozio riesce a resistere vedendo sempre Ciccio e Guglielmina attenti anche alle piccole cose. Da metà anni ottanta entro in pianta stabile in libreria anche io, prendendo praticamente il posto di mamma. Papà mi dà consigli e direttive e io cerco di seguirlo. Anni di apprendistato possiamo dire. Perché se è vero che io sono praticamente vissuto sempre in libreria, prima nel piccolo negozietto poi in quello attuale, è anche vero che un conto è starsene seduto in disparte a leggere fumetti e un altro conto è cominciare a trafficare con conti, fatture, clienti e fornitori. Anni dove comincia quella che poi diventerà una vera e propria simbiosi con mio padre. Bastava un semplice sguardo e già mi faceva capire quello che dovevo fare. Se so fare qualcosa in libreria è tutto assoluto merito suo, senza ombra di dubbio alcuno.
Gli anni novanta vedono un rifiorire delle vendite, soprattutto nel reparto dei fumetti. La libreria diventa quasi una fumetteria, dove è possibile trovare anche edizioni rarissime di ogni tipo di giornaletto. Grazie a questo nuovo ramo si acquisiscono nuovi clienti, da ogni parte d’Italia anche grazie al passaparola dei tanti soldati che ancora affollano la Scuola di Fanteria e che provengono da ogni angolo della nazione.

Nel 1994 per Ciccio arrivano l’età della pensione e purtroppo anche due fatti gravi. Il primo è la sconvolgente perdita dell’adorata nipote Stella, la figlia della sorella Lucia. Il secondo è un attacco di cuore che lo porta ad un passo dal decesso. Aveva nel tempo preso troppi chili e continuava ad essere un fumatore inesorabile. Riesce però a salvarsi e in pochissimo tempo cambia radicalmente stile di vita. Perde trenta chili, smette subito di fumare e rinuncia anche al bicchierino del suo amato amaro Petrus. Dopo poche settimane torna in sella alla grande ed anche se è ora della pensione per lui di restare a casa e lasciare il negozio non se ne parla proprio. La licenza viene trasmessa a me, che ne divento titolare, ma solo sulla carta perché comunque il capo rimane papà.

Il 1994 è un anno fondamentale anche nella mia vita e nella storia della libreria.

Venivo da alcuni anni intensissimi, bellissimi, che una volta passati però lasciarono un senso di lacerazione totale. Pensai allora che l’unico rimedio fosse quello di gettarsi a capofitto nel lavoro. Quindici ore di lavoro al giorno era l’unico modo per cercare di lenire ferite mai rimarginate. È stato molto difficile riuscire a non perdersi in quel periodo. La libreria mi ha salvato. La libreria e la Lazio. Furono questi due elementi, il lavoro continuo in libreria e la Lazio a riempire, anche se solo parzialmente, il senso di vuoto che mi attanagliava.

Gli anni dal ’94 in avanti sono basilari nella vita del negozio. Io comincio a girare alla ricerca dei più disparati fornitori in ogni parte d’Italia e contemporaneamente tramite anche inserzioni pubblicitarie acquisiamo clienti in ogni zona della regione e anche delle regioni vicine. Decido di stravolgere la struttura, cambiando totalmente la scaffalatura e apportando nuove migliorie. Lavori incessanti, continui. Anni frenetici, di tantissimo lavoro e di grande crescita dell’attività. Papà stesso ne rimane stupito. Una corsa sfrenata fino al 1998 quando, in aprile, decido di stravolgere ancora una volta la libreria. In pochi anni l’ho cambiata per ben tre volte. Era anche questo un modo per sentirmi vivo. Fare, fare, fare sempre e sempre di più per tenere occupati il fisico e la mente. Cercare di migliorare sempre per non pensare ad altro.

E allora riammodernamento totale: nuova pavimentazione, nuova illuminazione, nuove vetrine, nuove scaffalature. Grazie al fondamentale aiuto del carissimo amico Luca Marini, con una fatica incredibile, superata forse solo grazie al fatto che avevamo entrambi trent’anni ed energia a profusione, compiamo l’impresa ed in due fine settimana (quattro giorni, due sabati e due domeniche) la libreria ha un aspetto totalmente diverso, nuovo e bellissimo. Con un reparto di libri per bambini favoloso. I clienti-amici non credevano ai loro occhi, considerato il fatto che abbiamo fatto tutti quegli stravolgimenti, restando aperti. A modo mio ovviamente, sul piazzaletto davanti al negozio con un banchetto io dal lunedì al venerdì, e papà i due sabato e le due domeniche quando io e Luca gli diamo da matti per rifare tutto. Veramente bellissimo a ripensarci oggi.

Papà è entusiasta del nuovo negozio. Ha egli sessantanove anni, ma è sempre in libreria e continua ancora a portare libri e giornali alla Casaccia. La libreria non ostante ci sia già un po’ di crisi in giro, riesce ad essere stabile ed a vivere un periodo di buon successo. Tutto fino al 30 dicembre del 1998, quando anche se eravamo in pieno periodo natalizio e ad un solo giorno dalla fine dell’anno io ero in giro per magazzini di libri quando mi arriva una telefonata tremenda: papà, che era in negozio, si è sentito male, è venuta l’ambulanza e l’hanno portato in ospedale. Io, che ero in zona tuscolana, con la mia vecchia Golf bianca, testimone di giorni bellissimi ma ormai viva solo nei miei ricordi, faccio una corsa assurda commettendo tutte le infrazioni possibili ed immaginabili e in mezz’ora sono all’ospedale San Filippo Neri dove trovo papà su una barella del pronto soccorso. Da li viene trasferito in reparto dove ha un attacco violentissimo ed entra in coma. Il 31 dicembre 1998 ed il primo gennaio del 1999 sono due giorni tremendi, papà è in coma ed io sono li vicino al suo letto con la speranza che si svegli. Il 2 gennaio papà esce dal coma, i dottori non riescono a capire niente di ciò che ha avuto, ma fortunatamente il cuore ha retto alla grande. Questo è un toro mi dicono. Sembra un miracolo. In capo ad una settimana è in piedi e il 23 gennaio viene dimesso. Cosa ha? Non si sa. Non sanno cosa rispondermi quando glielo chiedo. Papà torna a casa ma io, che lo conosco meglio di chiunque altro, lo vedo provato, stanco. Vuole assolutamente tornare in libreria e ci torna. Ma vedo che qualcosa non va. Passa il mese di febbraio la situazione a me sembra che non va per niente bene. Chiamo il dottore che era di stanza il giorno del ricovero in ospedale, gli dico le mie preoccupazioni. Mi risponde dicendomi di portarglielo il lunedì successivo presso il suo studio per una visita. Non faccio in tempo. La mattina di domenica 28 febbraio papà ha un altro attacco. Lo porto in ospedale, lo ricoverano subito. Dopo due giorni il dottore mi chiama, mi fa accomodare nella sua stanza dicendomi frasi di circostanza e mi da una notizia agghiacciante: papà ha un tumore al cervello. Dalla tac fatte il giorno del ricovero il 30 dicembre precedente non c’era nulla, in quella fatta in quel martedì 2 marzo c’era una massa enorme. Mi dice che proveranno ad operarlo per cercare di fare qualcosa ma che le speranze sono limitatissime. Anche in quelle condizioni ogni giorno che vado in ospedale a trovarlo, papà ancorché con l’uso limitato della parola, mi chiede della libreria. Che continua a stare aperta. La mattina ad una certa ora viene mamma mentre io sono in Casaccia dove intanto vado in sostituzione di papà dal sette gennaio precedente. Il pomeriggio mamma è in ospedale con papà ed io negozio con la testa però sempre in ospedale dove poi vado a fare le nottate. In una di queste notti viene con me anche un’altra persona che nella mia vita aveva ed ha ancora un’importanza fondamentale: Don Giovanni, parroco a Cesano per una ventina di anni, grandissimo amico dei miei genitori e punto di riferimento fondamentale per la comunità cesanese intera. Con Don Giovanni ci raccogliamo in preghiera la notte prima dell’operazione e il giorno dell’operazione stessa. Operazione che purtroppo non risolve nulla anzi forse peggiora pure la situazione ed il giorno mercoledì 24 marzo 1999 alle due di notte, papà muore. Aveva sessantanove anni e mezzo. Con lui se ne va un pezzo enorme di me, ma anche un pezzo enorme di Cesano. Ai suoi funerali due giorni dopo, celebrati da Dongio, c’è mezzo paese e mezza Casaccia. Grande il ricordo che questo uomo unico ha lasciato nelle persone che lo hanno conosciuto.

Il mio sconforto è inimmaginabile, vorrei andarmene con lui, ma c’è mamma a cui devo pensare. Lei non era semplicemente innamorata di suo marito. Per lei era tutto mio padre. Una storia d’amore come credo non ce ne siano tante altre al mondo. E poi c’è la libreria da mandare avanti. I sacrifici e le fatiche di una vita non possono e non devono essere persi. La libreria è stata fonte di vita per papà, per lui era una missione la sua libreria. E allora decido che l’unico modo per continuare far vivere il ricordo di papà e per continuare a vivere io è quello di lavorare ancora di più in negozio. Il dolore non mi lasciava nemmeno per un momento, e non mi ha mai lasciato in tutti questi anni, ma almeno il lavoro mi faceva sentire papà ancora vivo, ancora con me. Tutt’ora è così.

Purtroppo se io ho deciso continuare a fare questo lavoro e di continuare a vivere, altrettanto non si può dire di mamma. Lei il giorno stesso in cui è morto papà si è lasciata andare. Per lei la vita non aveva più senso. A nulla valeva cercare di spiegarle che era ancora giovane, che aveva un bel pezzo di vita da fare ancora, che io sarei rimasto solo. Rispondeva che se aveva ancora molta vita davanti era peggio, che lei senza suo marito non viveva. Che io avevo trent’anni, casa ce l’avevo, il negozio era solido. Non come loro due che avevano tirato avanti per molti anni tra debiti e cambiali. La mettevo con le spalle al muro dicendole che avevo comunque assoluto bisogno di lei che mi dava un aiuto fondamentale le due ore che stava in libreria la mattina. Le dicevo che comunque papà non avrebbe voluto questa sua rinuncia, che lei continuasse come se lui fosse ancora con noi. Per qualche tempo funzionava, poi ricadeva sempre nella tristezza e nel pianto. Andava ogni giorno al cimitero ed il giovedì che è chiuso era una tragedia. Il dolore che provava era troppo grande.

Nei tre anni successivi, dove non riuscì mai a trovare una ragione vera per continuare: l’afflizione, la sofferenza per la scomparsa di papà, l’ha portata ad ammalarsi anche lei. La notte del primo agosto del 2002, in preda a dolori fortissimi, deve essere ricoverata presso il policlinico Gemelli di Roma. Subito ai primi controlli risulta che è devastata da metastasi in tutto il corpo. I dottori non si spiegano come possa essere ancora viva. Lei lo sa. Non era perché avevo cercato di farle capire che per me era importantissima. No. Aveva deciso di tenere duro perché con la mia fidanzata avevamo programmato che in quel 2002, ad ottobre, ci saremmo sposati. Il giorno diciannove per l’esattezza. Ed anche in quel giorno, io volli ripercorrere la strada di mio padre. Come fece lui nel lontano 29 giugno 1959, giorno del suo matrimonio, che aprì il negozietto dalle otto alle undici di mattina, così feci io. Aprii la libreria la mattina, poi andai a casa alle undici mi vestii, presi mamma che quel giorno fu radiosa non ostante la malattia avesse preso ogni cellula del suo corpo, e mi andai a sposare. Il matrimonio lo celebra il mio Dongio. Fu quello l’ultimo giorno normale di mamma. Dopo due giorni la dovetti nuovamente ricoverare per i dolori lancinanti che la malattia le provocava e poi seguirono due mesi tremendi dove si spegneva giorno per giorno non ostante ogni mio residuo tentativo imponendogli anche terapie alternative, come la allora famosa cura Di Bella che non portarono effetto alcuno e il sei gennaio del 2003 mamma muore. Esattamente due mesi dopo avrebbe compiuto sessantasette anni. È stata lucida fino alla notte del 31 dicembre, quando in ospedale mentre Roma esplodeva nei soliti botti di capodanno mi diceva che stava andando da papà. Nei giorni successivi, immediatamente precedenti la sua morte, lei viveva nel suo mondo insieme al marito e mi ripeteva che si andava a sposare. Non mi riconosceva più ma mi diceva “mi sto andando a sposare”. I funerali vengono celebrati da Dongio che di mamma era amico fin dall’infanzia vissuta al borgo vecchio di Cesano nelle difficoltà estreme in cui si viveva nel periodo della seconda guerra mondiale.

Il 6 gennaio 2003 la mia vita cambia ancora in modo totale. La perdita di una mamma può capirla quanto sia grande solo chi l’ha provata. Da quel giorno in poi sono successe molte altre cose. La più bella a cui niente può nemmeno lontanamente essere paragonato è successa a mezzogiorno di uno splendente sabato 11 settembre 2004, all’ospedale Careggi di Firenze, quando è nata mia figlia Martina. Che da quel preciso momento è diventata per me fonte di ossigeno e ragione stessa della mia esistenza. Il mio rammarico più grande è che mamma non sia riuscita a vederla, sono sicuro che ne sarebbe orgogliosa. E in un momento così bello della mia vita non poteva mancare il mio Dongio che l’ha battezzata.

Della libreria da allora in poi c’è poco altro da dire. È rimasta sempre in piedi anche nei periodi più difficili, tipo quelli della grande crisi degli anni 2008, 2009, 2010.

Proprio nel 2010, più che altro per tornare un po’ ai tempi in cui c’era ancora papà, ho fatto un altro stravolgimento nel settore dei ragazzi con una ulteriore nuova e funzionalissima scaffalatura e rendendolo ancora più bello e fornito. Ai clienti questo settore piace molto e per me questo è motivo di grande soddisfazione. Come grande soddisfazione la provo quando entrano clienti nuovi, che magari hanno scoperto la libreria tramite internet o per il sempre attuale passa parola, che si complimentano per la fornitura e l’assortimento dei tanti libri esposti. È stata sempre una nostra caratteristica avere il negozio pieno di libri, sia delle ultime novità editoriali che di catalogo. E spesso mi rimangono moltissimi volumi che con il passar del tempo vanno fuori catalogo, diventano vecchi. Ma mi va bene lo stesso, mi piace lasciare negli scaffali anche testi diciamo, “datati”. Mi ci affeziono ai miei libri io. Contemporaneamente se non dispongo di qualche volume in negozio, lo ordino immediatamente e con celerità lo procuro al cliente. Un servizio che viene molto apprezzato.

Tutt’ora per me la libreria è la vita. Ormai superati i cinquanta anni ho ancora la stessa passione che avevo venti o trent’anni fa e questo credo che sia un’altra delle eredità ricevuta dai miei genitori. La passione in quello che si fa è tutto. È il motore essenziale affinché il lavoro venga svolto bene. E che questa passione e questa dedizione duri per molti e molti anni ancora perché sono sempre più innamorato dei libri e della mia libreria.

Ecco ho steso queste parole di getto, cercando di narrare una storia, la storia della libreria Lo Medico.

Ci sono molti riferimenti personali, soprattutto della vita dei miei genitori. Ma è la vita vissuta, quella di tutti i giorni, che poi fa la somma di tutte le cose che facciamo, delle scelte che facciamo, di come lavoriamo. Ci sono moltissimi riferimenti ai miei genitori perché è grazie a loro che questa realtà l’hanno costruita, praticamente dal nulla, ed è grazie a loro che siamo ancora qui. Dico siamo, perché loro due sono sempre qui con me, anche se non fisicamente.

Il loro ricordo è nitido e costante e sono parte integrante della mia vita e della vita della libreria Lo Medico.

In fondo, dietro al suo bancone, Enzo Lo Medico (foto A. Molinas)

 

Un ringraziamento di cuore va ad Enzo Lo Medico per la concessione ed al so racconto, ed a Vicenzo Marini per la pillola che ci ha regalato anni fa.

Alberto Molinas 22.02.2024 ore 22.55

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Carnevale 2024 https://www.cesanodiroma.com/carnevale-2024/ https://www.cesanodiroma.com/carnevale-2024/#respond Sat, 27 Jan 2024 22:13:58 +0000 https://www.cesanodiroma.com/?p=28519 Carnevale 2024: dal 27 Gennaio al 13 Febbraio

La nostra ProLoco Massa Cesana ha organizzato i festeggiamenti la domenica 4 Febbraio – festività di S. Nicola Studita, un altro Nicola – alle ore 14.30 nei pressi del casale dell’Agraria a Via della Fontana Secca 131, donde partirà la sfilata con carri allegorici che raggiungerà Piazza Antonio Basso e il piazzale antistante la chiesa di S. Sebastiano a Via della Stazione di Cesano 402, con punti di ristoro e DJ Set.

I temi scelti quest’anno sono ‘Barbie’, ‘La Carica dei 101’, ‘L’Orto Amico’, ‘L’Antico Egitto Rischiathot’, ‘Aladdin’ e ‘La Bella e la Bestia’.

Il Carnevale è il periodo dell’anno antecedente la quaresima (dal latino carnem levare «toglier la carne»). Si festeggia con balli e mascherate, spesso sopravvivenze di antichi riti connessi alla purificazione, come i Saturnalia degli antici Romani.
[estratto dall’Enciclopedia Treccani online]

San Nicola Studita (Sidone, 793?; Costantinopoli, 4 febbraio 868), monaco e abate di Studion, fu un fervente difensore della venerazione delle icone durante il periodo iconoclastico.
[estratto da Cathopedia]

#centoanniincomune #carnevale2024

red.27.01.2024

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Cinguettio, portavoce del Centenario https://www.cesanodiroma.com/cinguettio-portavoce-del-centenario/ https://www.cesanodiroma.com/cinguettio-portavoce-del-centenario/#respond Sat, 27 Jan 2024 15:53:02 +0000 https://www.cesanodiroma.com/?p=28507 È nata una pubblicazione virtuale, monopagina. Il numero zero descrive le scelte dei loghi, sia della testata sia del Comitato.

 

red. 27.01.2024

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Colloquio con il “nostro” archeologo Fabrizio Vistoli https://www.cesanodiroma.com/colloquio-con-il-nostro-archeologo-fabrizio-vistoli/ https://www.cesanodiroma.com/colloquio-con-il-nostro-archeologo-fabrizio-vistoli/#respond Tue, 23 Jan 2024 12:25:28 +0000 https://www.cesanodiroma.com/?p=28494 Un interessante articolo che ha molto a che fare con la realtà di Cesano e la sua Storia.

Mito e realtà dell’archeologia

L’archeologia emana una irresistibile fascinazione. L’archeologia è un’attività scientifica che non può essere svolta senza una grande vocazione. E la vocazione, si sa, è un’inclinazione innata, una disposizione naturale a mettersi al servizio di una causa che travalichi i confini del sé; una causa che è comunitaria, nella misura in cui coinvolge e riguarda memorie collettive. Chiunque ami le avventure dello spirito non può non essere attratto dall’immagine romantica dell’archeologo, viaggiatore e cercatore di tesori. Ma la realtà è ben diversa. Gli archeologi, soprattutto quelli “da campo”, costituiscono oggi in Italia una manovalanza intellettuale quasi sempre sottostimata professionalmente, sovente inquadrata con contatti atipici e priva di tutti gli elementari diritti e delle minime tutele normative e salariali.

Il Mar Mediterraneo è un mare di incontro tra civiltà.
Specchio d’acqua racchiuso per gran parte da continenti o isole, il Mediterraneo non è soltanto uno spazio geografico, ma è soprattutto una complessissima realtà culturale. Per almeno quattro millenni ha costituito la culla di alcune delle più grandi civiltà della storia, un crocevia di migrazioni di massa (è un fenomeno di bruciante attualità!) e una piattaforma per mutui scambi, non solo commerciali, tra le sue opposte sponde. Fernand Braudel, un grande storico francese vissuto nel Novecento, scrisse che il Mar Mediterraneo è «mille cose assieme».

La «Magna Grecia». Quali erano le caratteristiche delle colonie greche nell’Italia meridionale?
Terra appetibile e da sempre appetita per la dolcezza del suo clima e per la ricchezza e fertilità dei suoli, l’Italia meridionale è stata oggetto di interesse da parte di popoli migranti verso Occidente fin dal secondo millennio a.C. Ciò si pone perfettamente in linea con tutte quelle tradizioni “leggendarie”, ovvero pseudo-storiche, che fanno capo all’epopea della guerra di Troia e alle peregrinazioni in mare degli eroi omerici (Ulisse, Filottete, Nestore e Diomede) lungo rotte che dal Mar Egeo conducevano al cuore del Mediterraneo.

Recentemente in Campania è stato ritrovato un eros che cavalca un delfino…
Il Novecento ha visto ampliarsi gli orizzonti della ricerca archeologica. Un caso esemplare è costituito dal sacello scoperto nel 2019 lungo le mura dell’antica città di Poseidonia-Paestum, in provincia di Salerno. Databile tra l’epoca arcaica e quella classica, sta rivelando informazioni di fondamentale importanza per la storia dell’insediamento che i greci di Sibari fondarono attorno al 600 a.C., per poi cadere in potere della popolazione italica dei Lucani, ed infine divenire colonia romana. Di particolare rilevanza sociale e culturale appaiono le numerose offerte votive recuperate, tra le quali spiccano una quindicina di statuette in terracotta rappresentanti un giovinetto a cavallo di un delfino. È un’umile e al contempo eccezionale opera figurativa legata al mito o più propriamente al culto praticato nel luogo sacro, che futuri studi potranno forse svelare a quale divinità fosse dedicato. Nettuno-Poseidone? Afrodite? Apollo?

Il rinvenimento in Toscana di un Santuario dedicato proprio ad Apollo documenta un passaggio storico ancora non del tutto chiaro: la convivenza tra cultura etrusca e civiltà latina.
Le scoperte avvenute nel 2022 nel Santuario etrusco-romano del «Bagno Grande» di San Casciano, in provincia di Siena, sono tra quelle più significative degli ultimi decenni. La deposizione di offerte effettuata a più riprese all’interno della grande vasca in travertino accompagna la vita del luogo sacro dalla fine del III secolo a.C. al V d.C. Le statue in bronzo – alcune iscritte – recuperate in perfetto stato di conservazione, le cinquemila monete e le diverse altre classi di ex voto rinvenute tra i fanghi sorgivi, focalizzano non solo le attività legate ai riti salutari e ai culti divini praticati all’interno del complesso monumentale, ma anche la frequentazione del sito da parte di gruppi sociali e linguistici diversi, nell’ambito del processo di osmosi etnica imposto dalla romanizzazione.

La lotta al mercato illegale di reperti antichi ci ha restituito opere di straordinaria importanza.
Il collezionismo privato e lo scavo di frodo danneggiano lo studio scientifico degli oggetti d’antichità. Scavatori clandestini nella campagna laziale nel 1992 hanno riportato alla luce la «Triade Capitolina» (ora nel Museo archeologico di Guidonia Montecelio) e due anni dopo il cosiddetto «Volto d’avorio», rinvenuto tra Cesano di Roma e Anguillara Sabazia. Sono opere scultoree uniche nel loro genere, immesse nel mercato illecito d’arte e poi recuperate dai Carabinieri grazie a complesse operazioni d’intelligence. È stato così possibile riacquisire a patrimonio dello Stato e quindi musealizzare l’unica copia nota della raffigurazione multipla delle massime divinità del Pantheon romano e i resti di una delle rare statue criselefantine (ossia realizzate in avorio e oro) giunteci dall’antichità. Valore stimato totale: 10 milioni di euro!

Come e perché tutelare il nostro patrimonio culturale? La partecipazione attiva alla vita culturale del Paese è una delle condizioni fondamentali per il progresso di una società democratica. Saper riconoscere le tracce del nostro passato, avere coscienza del significato e del valore di queste testimonianze, materiali e immateriali che siano, deve configurarsi come un dovere assoluto di chi si professa buon cittadino. Ma non si può custodire e difendere un qualcosa di cui non si ha consapevolezza o esperienza diretta. La collettività deve comprendere l’importanza dei beni culturali per la propria crescita, vederli come un fattore che migliora le proprie condizioni di vita e crea sviluppo sociale, in un dialogo proficuo tra ricerca scientifica e grande pubblico.


Chi è Fabrizio Vistoli?

Nato a Roma nel 1970, Fabrizio Vistoli è archeologo, pubblicista e ricercatore residente a Cesano di Roma (Municipio Roma XV). Formatosi alla «Sapienza» Università di Roma e alla Scuola Vaticana di Biblioteconomia, specializzatosi tra Firenze e Siena, si occupa da tempo del comprensorio Nord della Capitale, cui ha dedicato gran parte dei suoi studi. I suoi primari interessi etruscologici spaziano oggi in svariati settori dell’antichità classica e della storiografia archeologica. Già collaboratore esterno di varie Soprintendenze (Roma, Etruria Meridionale, Toscana) e componente dell’Osservatorio tecnico-scientifico per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio con delega ai Beni Culturali, è oggi Segretario generale e membro del Comitato direttivo della Società Magna Grecia (Istituto di ricerca di alta specializzazione attivo nell’Italia Meridionale, fondato nel 1920 da Umberto Zanotti Bianco e Paolo Orsi), e direttore scientifico della Collana di Studi interdisciplinari sul Mondo antico «Fors Clavigera» (Edizioni Nuova Cultura, Roma). Autore di molte pubblicazioni scientifiche e divulgative, dal 2005 collabora, come autore e redattore, con l’Istituto della Enciclopedia Italiana «Giovanni Treccani».

[fonte VELA La rivista della BCC della Provincia Romana, Dicembre 2023]

red. 23.01.2024

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Auguri!!! https://www.cesanodiroma.com/auguri-2/ https://www.cesanodiroma.com/auguri-2/#respond Mon, 01 Jan 2024 09:54:50 +0000 https://www.cesanodiroma.com/?p=28487 Buon Anno Nuovo!

red. 01.01.2024

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100 anni in Comune https://www.cesanodiroma.com/100-anni-in-comune/ https://www.cesanodiroma.com/100-anni-in-comune/#respond Sat, 23 Dec 2023 12:44:37 +0000 https://www.cesanodiroma.com/?p=28471 Da Campagnano di Roma a Roma, un percorso che si chiude con il 27.12.1923 e si celebra dal 27.12.2023 a tutto il 2024.

Mercoledì 27 dicembre 2023, a partire dalle ore 18.00, presso l’Auditorium della Chiesa di San Sebastiano di Cesano di Roma (Via della Stazione di Cesano, 402) si terrà l’evento di rievocazione dello scorporo di Cesano dal Comune di Campagnano e contestuale aggregazione a quello di Roma, condizioni sancite con Regio Decreto 27 dicembre 1923, n. 3247. Nell’occasione verranno illustrati i risultati preliminari di numerose ricerche in corso in grado di lumeggiare la storia di Cesano di Roma durante l’età moderna e contemporanea (periodo nel quale il territorio afferente all’antico centro si è strutturato dal punto di vista urbanistico ed edilizio, e qualificato sotto il profilo demografico) e al contempo presentate le manifestazioni culturali che lungo l’intero anno 2024, a cura di un Comitato appositamente costituito, saranno localmente dedicate a questa importante ricorrenza anniversaria.

red 23.12.2023

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[L’evento in Facebook: qui]

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